AUTOTRAPIANTO DI CAPELLI

Tecnologia all'avanguardia

Tecniche innovative

Con l’introduzione delle unità follicolari (FU) e grazie ai microscopi stereoscopici, i risultati sono di grande soddisfazione e l’infoltimento naturale che si può ottenere consente di rimediare a qualunque tipo di diradamento. Dal 2005 siamo gli unici in Europa ad utilizzare anche dei nuovi microscopi operatori (Varioscope m5) che ci consentono di ottenere infoltimenti con una densità mai raggiunta finora.


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Autotrapianto per donne

Un problema complesso

Spesso per la donna la perdita dei capelli è una menomazione forse più grave che nell’uomo, perché con i capelli vede svanire un simbolo della sua femminilità ed anche della sua giovinezza. In certi casi il disagio che ne deriva arriva a diventare insopportabile. Ma l’approccio con l’autotrapianto nella donna risulta a volte più complicato, sia per una specie di reticenza ad affrontare questo problema sia per il timore che l’intervento risulti doloroso e poco efficace. Se si tratta di un problema di natura androgenetica, non esiste soluzione più razionale dell’autotrapianto. A patto comunque che esistano delle condizioni indispensabili, prima fra tutte una idonea zona donatrice. Inoltre è possibile che nella donna i tempi di ricrescita dei capelli trapiantati siano più lunghi che nell’uomo. In una buona parte delle pazienti si manifesta poi, nei mesi successivi al trapianto, una maggiore caduta dei capelli residui, presenti nella zona da infoltire. Questo fenomeno è sempre reversibile ma procura regolarmente un certo disagio. Fatte queste premesse, qualunque donna (di qualunque età) che soffra di problemi di alopecia, anche cicatriziale post-lifting o come conseguenza di un esagerato stiramento dei capelli, dovrebbe affidarsi con fiducia ed entusiasmo al trapianto, intervento destinato a diventare sempre più diffuso e popolare anche nel mondo femminile.


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Soluzione definitiva

I tuoi capelli, come prima

L'autotrapianto di capelli rappresenta oggi la soluzione definitiva, l'unica che permetta di recuperare i propri capelli perduti. Sono molti gli interventi che si propongono come non invasivi e duraturi, ma è indispensabile affidarsi a professionisti della salute se si vuole ottenere un risultato concreto, che porti ad ottenere il risultato desiderato, non solo nel primo periodo, ma per sempre.


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L'intervento nelle donne

Consigliabile o no?

Praticando migliaia di microincisioni in quest’area è inevitabile danneggaire una buana parte dei follicoli distrofici, mentre un’altra parte subirà un effetto traumatico (Shock Loss) che indurrà questi capelli ad entrare in fase telogen e quindi a cadere. Questo significa che la paziente si troverà a gestire nei 6-8 mesi successivi all’intervento una situazione peggiore di quella che aveva prima dell’autotrapianto. Alcune pazienti ricorrono in questa fase a bandane od alla polverina coprente per mascherare il diradamento. Il quadro che abbiamo descritto è forse troppo pessimistico, ma nel caso di autotrapianto nella calvizie femminile occorre essere sempre molto realisti per evitare poi inutili equivoci e delusioni. Detto questo occorre ricordare che secondo un inchiesta dell’ISHRS, la più accreditata associazione mondiale di specialisti di trapianti di capelli, in USA ed anche in Europa l’impiego dell’autotrapianto nella calvizie femminile è aumentato sensibilmente (più del 19%) nel corso degli ultimi anni. Molte pazienti hanno affiancato all’intervento l’uso di Finasteride, in molti casi con successo.


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LE TECNICHE USATE

FUE o FUT: quale scegliere?

TECNICHE A CONFRONTO

La tecnica FUE consiste nel prelievo delle unità follicolari nell’area donatrice con bisturi circolari e comporta la rasatura completa dell'area interessata, cosa che spesso non è gradita al paziente. La FUE è una tecnica più semplice della FUT, ma qesto comporta che sovente venga intrapresa anche da persone non qualificate, andando ad intaccare non solo la salute del paziente, ma anche la credibilità dei professionisti dell'autotrapianto.
La tecnica FUT (Follicolar Unit Transplantation) è una tecnica di autotrapianto di capelli che consiste nel prelievo di una striscia di cuoio capelluto (STRIP) dall’area donatrice che viene quindi suturata. L’esito del prelievo della STRIP è abitualmente una sottilissima cicatrice della larghezza di meno di 1 mm. che può essere mascherata anche sotto i capelli molto corti. Con la tecnica FUT si possono avere elevatissime percentuali di attecchimento di capelli trapiantati, ma occorre che sia presente un'equipe medica altamente competente e preparata.

Quale delle due tecniche scegliere dipenderà dalle esigenze del paziente e sarà possibile trovare la soluzione migliore attraverso un confronto con un medico competente.


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TESTIMONIANZE

La storia di Giuseppe

Oltre che un perfetto paziente Giuseppe si é rivelato anche un bravo attore, dalle battute esilaranti. Questa sua nuova carriera é stata interrotta da un grave problema vascolare. Quando il primario è passato a trovarlo dopo l’intervento d’urgenza (perfettamente riuscito) e gli ha ricordato che l’avevano appena preso in tempo, “proprio per i capelli”, Giuseppe con la voce ancora un pò flebile gli ha risposto: “meno male che ho fatto l’autotrapianto!”

Oltre che un perfetto paziente Giuseppe si é rivelato anche un bra-vo attore, dalle battute esilaranti. Questa sua nuova carriera é stata interrotta da un grave problema vascolare. Quando il primario è passato a trovarlo dopo l’intervento d’urgenza (perfettamente riuscito) e gli ha ricordato che l’avevano appena preso in tempo, “proprio per i capelli”, Giuseppe con la voce ancora un pò flebile gli ha risposto: “meno male che ho fatto l’autotrapianto!”

La storia di Davide

Davide ha subito dimostrato una totale fiducia nell’autotrapianto e ne è stato ampiamente ripagato. E’ anche l’esempio di come i capelli trapiantati siano perfettamente conservati dopo 14 anni dal primo intervento. E’ anche un grande tifoso della Juventus. Questo é l’unico suo aspetto negativo che non siamo riusciti a correggere.

La storia di Simone

Dopo un’esperienza negativa con “un’idea meravigliosa” ha realizzato il suo sogno ed oggi é orgoglioso del risultato estetico raggiunto. Che é andato al di là delle sue più ottimistiche aspettative ( ed anche delle nostre).

Photo gallery

Queste immagini rappresentano una breve selezione dei risultati di migliaia di interventi eseguiti in pazienti affetti da alopecia androgenetica o cicatriziale. In accordo con le disposizioni di Google non sono visibili le immagini che documentano le fasi dell'intervento appena ultimato.

L'INTERVENTO

La tecnica

Come operiamo

L'autotrapianto avviene in anestesia locale e dura 3-4 ore. Per la ricostruzione della linea fronto-temporale utilizziamo esclusivamente singoli follicoli, che vengono inseriti il più densamente possibile proprio grazie all’uso di sofisticati microscopi operatori. Se il paziente recupera una hairline molto naturale potrà davvero contare su un significativo miglioramento dell’immagine. Il nostro orientamento è quello di offrire a tutti i nostri pazienti gli standard più elevati di risultati e di sicurezza e per questo operiamo solo in strutture di adeguato livello.


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Risultato finale


Il processo di cicatrizzazione

Nella stessa seduta, sempre per favorire la cicatrizzazione e l’attecchimento delle FUs, possiamo applicare sulla superficie del trapianto non solo le cellule staminali mesenchimali ma anche una soluzione concentrata di piastrine arricchite (PRP), che possiamo ottenere grazie alla presenza nella clinica di una biologa del reparto ematologico del laboratorio d’analisi. I nostri risultati confermano che l’esperienza dello specialista e della sua équipe giocano un ruolo cruciale per il successo dell’autotrapianto, così come l’ambiente clinico e la sicurezza in cui si svolge.


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Descrizione dell'intervento

Come si svolge l'intervento

Il paziente, che è stato visitato in precedenza ed ha avuto tutte le informazioni necessarie, arriva in clinica verso le ore 8 del giorno stabilito. Se non ha avuto tempo di fare gli esami ematici, li puó fare direttamente nel laboratorio di analisi della clinica, che comunica i risultati in pochi minuti. Lo stesso vale per l'ECG.

Poi nella camera a sua disposizione si cambia e fornisce tutti i suoi dati ad una assistente per compilare la cartella clinica ed i vari moduli per la privacy, consenso informato, consenso all'anestesia locale, ecc.



Uno degli anestesisti intanto viene a controllare le sue condizioni generali e si accerta ancora una volta che non soffra di qualche patologia o allergia a farmaci o a anestetici locali. Può quindi entrare nel blocco operatorio (per accedervi da oltre un anno è obbligatorio esibire un esame tampone nasofaringeo negativo per ricerca Sars-Cov-2 da effettuare 72 ore prima) dove in uno spazio riservato possiamo evidenziare con cura le zone da infoltire e disegnare, d'accordo con il paziente, la linea fronto temporale. É determinante potere ricostruire l'attaccatura frontale in modo naturale, che tenga conto dell'età e della conformazione del viso. In questa fase risulta utile studiare diverse opzioni che analizziamo con il paziente sull'ipad. Quindi definiamo la strip da rimuovere tagliando i capelli nella zona delimitata. Qualche volta ne lasciamo una parte lunghi 4 o 5 mm, cosí quando inseriamo i follicoli abbiamo già una proiezione di come sarà l'infoltimento. Anche se la parte esterna dello stelo è destinata a cadere con le croste dopo un paio di settimane, per il paziente è una sensazione di grande fiducia.



Alcuni capelli trapiantati per la verità continuano a crescere grazie alle cellule staminali mesenchimali che riusciamo ad ottenere dall’endotelio dei capillari del tessuto adiposo della zona donatrice, che di solito viene scartato. Inserite nella zona del trapianto possono migliorare non solo la cicatrizzazione ma anche stimolare processi rigenerativi. Per l'anestesia locale pratichiamo lungo tutta la strip piccoli pomfi di carbocaina (tamponata con bicarbonato per evitare la sensazione di bruciore).

Quindi il paziente entra nella in una delle sale operatorie, già predisposta per l'autotrapianto, dove viene monitorato. Tralasciamo la descrizione di tutte le attrezzature e strumenti, alcuni studiati ad hoc dopo anni di esperienze e che vengono reperiti solo in USA. É interessante invece far notare un particolare del lettino dove si svolgerà la prima parte dell'intervento. Il paziente prono si sdraia su cuscini speciali che prenderanno gradatamente la forma del suo corpo Lo stesso per il viso. Anche se la parte della rimozione della strip è abbastanza veloce,(di solito 20-25 minuti) questo comfort, risulta sempre molto apprezzato.

Terminata la rimozione della strip, in corrispondenza della quale vengono applicati delle suture interne ed esterne (quest'ultime cadranno da sole dopo una decina di giorni) comincia la fase delle incisioni e poi delle inserzioni di tutte le Unita Follicolari. Il paziente può mettersi comodamente supino e a questo punto può scegliere se farsi somministrare dall'anestesista una blanda sedazione, grazie alla quale passerà le due o tre ore successive in una specie di dormiveglia, oppure sentire musica o parlare con noi. Mi raccomando sempre (inutilmente) di evitare di parlare di calcio perchè il cardiofrequenzimetro è già andato diverse volte in allarme appena il paziente scopre che qualcuno di noi è di fede calcistica avversa...



Mentre le assistenti sono impegnate ai microscopi stereoscopici a sezionare con la massima cura la strip in tanti singoli follicoli o unità follicolari, che vengono conservati in liquidi speciali e in contenitori refrigerati, inizia la fase delle incisioni. Contrariamente a quanto si possa immaginare, praticare qualche migliaio di incisioni è certamente un movimento ripetitivo e quasi automatico, ma rappresenta anche la fase più cruciale dell'intervento, dove il chirurgo può esprimere la sua creatività. Abbiamo a disposizione una serie infinita di microlame dalle dimensioni e angoli più disparati e in aggiunta, quando il tipo di cute lo consente, preferiamo utilizzare anche micropunches al titanio del diametro di 0.6-0.7 mm, che devono essere angolate esattamente.

Siamo convinti dai risultati ,in certi casi davvero eccellenti, che la rimozione di un microscopico cilindretto di cute offra un nuovo e migliore habitat al follicolo invece della semplice incisione e quindi un ripristino più veloce di tutte le connessioni, in particolare di quelle vascolari. Questa tecnica per risulta più difficile, in certi casi provoca un microsanguinamento noioso ed impone l'utilizzo di mezzi di ingrandimento adeguati.

Per la ricostruzione della linea fronto temporale possiamo disporre del più sofisticato microscopio operatorio Head-Mounted in circolazione, autofocus che permette la visione attraverso una telecamera per correggere i difetti di parallasse e puó essere collegato a uno o più monitor esterni per la videoregistrazione.



Per la fase delle inserzioni occorre disporre di un buon team di assistenti, esperte ed affiatate. Anche fra loro c'è chi preferisce micropinze angolate oppure straight, con punte o no superfine al titanio, jeweler style piuttosto che Micro corneal suturing, e così via.

Finito l'intervento applichiamo una garza speciale sulla zona trapiantata e quindi una benda elastica soft da tenere tutta la notte, in modo che il paziente possa dormire come vuole senza timore di danneggiare il trapianto. Questa benda potrà rimuoverla il mattino successivo anche da solo: gli forniamo tutto quanto serve per farlo in una specie di kit dove sono comprese anche sacche di soluzione fisiologica non superiori a 100 ml, così da passare il controllo all'imbarco in aereo.

Di solito il paziente prima di tornare a casa aspetta almeno un paio d'ore nella sua camera, dove può consumare un pasto se lo desidera. In caso di sedazione suggeriamo comunque al paziente di farsi accompagnare. Oppure, se viene da lontano, può rimanere per la notte in una delle confortevoli camere della clinica stessa, dove potrà apprezzare la nostra ospitalitá e la privacy più totale.

Il giorno successivo il paziente potrà rimuovere da solo la medicazione ed applicare una benda a metà fronte, per evitare che la soluzione dell’anestesia diluita possa scendere per gravità e provocare un edema alle palpebre. La benda va tenuta per 2-4 giorni, durante i quali il paziente potrà uscire con un cappello. I punti di sutura esterni ( in Vicryl Rapid 4/0 ) si rilasciano spontaneamente dopo poco più di una settimana.

Le piccole croste sono destinate a scomparire nel giro di una dozzina di giorni. Nei giorni successivi il paziente rimane in contatto mediante videochiamate ed invia foto per permettere al Dr Lavezzari di essere costantemente aggiornato sul decorso dell’intervento.




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